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sabato 30 dicembre 2017

Il metodo di Dio: la Chiesa.

Pubblichiamo il numero di Gennaio 2018
di "Radicati nella fede"

IL METODO DI DIO: LA CHIESA.




IL METODO DI DIO: LA CHIESA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 1 - Gennaio 2018

 Un Tradizionalismo individualista è un puro non-senso.

 Spieghiamoci subito riguardo al termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.

 Ma dicevamo, un tradizionalismo individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.

 Qual è il pericolo più grande che corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.

 La causa di questa tendenza è ben chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua dura esistenza.

 Umanamente si può capire questa reazione, ma resta inaccettabile e va prontamente corretta. Anzi, va colta quale essa è: la più grande tentazione che il demonio possa mettere sulla nostra strada. Ad ogni situazione della vita personale e ad ogni stagione della storia della Chiesa, corrisponde una tentazione; e quella che dobbiamo vincere oggi con le armi di Dio, è quella di far meno della Chiesa stessa.

 La chiesa “ufficiale” ti “bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più.

 Ma anche questo resta una posizione puramente personale, che rischia di fermarsi ad un individualismo devoto, se non diventa metodo. Ma non può diventare metodo, se non riconosci che la Chiesa è il metodo di Dio. Non è la Chiesa che ha bisogno del tuo amore, ma sei tu che hai assolutamente necessità della Chiesa e hai bisogno di amarla.
 La Chiesa è istituita da Gesù Cristo, che mette insieme i suoi discepoli in una comunità visibile, e ne fa la sua presenza nel mondo, il prolungamento della sua presenza nella storia. Come dice P. Calmel, “La Chiesa è inseparabilmente sia mediatrice di salvezza per la sua predicazione, i suoi insegnamenti, la sua gerarchia, sia dimora sacra ove Dio abita grazie alla carità che brucia sempre nel cuore della Chiesa e grazie alla presenza eucaristica del Signore Gesù che nutre questa carità”.

 Come non si può diventare cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.

 Questo che è vero sempre, perché Dio ha scelto questo modo, questo metodo, per raggiungerci e afferrarci nel tempo, diventa drammaticamente urgente nei tempi di necessità quale il nostro.
 Quando la confusione si fa tanta, quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa, dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa comunità sia guidata dall'autorità, che garantisce il legame con la Tradizione, cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.

 Occorre non fare da sé, ma “seguire”. Nell'esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci fosse questo seguire?

 E su questo non bisogna complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non ti farà mettere in questione il dono della grazia.

 All'inizio di un nuovo anno l'invito più urgente è quello di seguire.

 Ma chi devo seguire? Devo seguire chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.

 Preghiamo che nessuno si perda dentro una personale superbia che si crogiola amaramente nella propria solitudine, perché il metodo è la Chiesa.

giovedì 28 dicembre 2017

"Ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur."


NATALE A VOCOGNO


Video Santa Messa della Notte


Video Omelia don Alberto Secci



martedì 19 dicembre 2017

SANTO NATALE 2017 - ORARI FUNZIONI VOCOGNO


SANTO NATALE 2017


Nell'intento di fare cosa gradita ai fedeli 
legati alla Messa Tradizionale
pubblichiamo gli orari delle funzioni del Santo Natale 
a VOCOGNO.



PER SOSTENERE IL BOLLETTINO E IL SITO

mercoledì 13 dicembre 2017

Immacolata Concezione della B. V. Maria a Vocogno - Video


IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA B. V. MARIA
Vocogno, 8 Dicembre 2017.



Video Santa Messa



Video Omelia di don Alberto Secci



Video Vespri e Benedizione Eucaristica




domenica 3 dicembre 2017

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria a Vocogno


IMMACOLATA CONCEZIONE 
DELLA B. V. MARIA
Venerdì 8 Dicembre - Vocogno


ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 15.30
Canto solenne dei Vespri
Benedizione Eucaristica


ore 17.00
Santa Messa letta

giovedì 30 novembre 2017

La Religione dell'Incarnazione: un fatto, un luogo, dei volti.


Pubblichiamo il numero di Dicembre 2017
di "Radicati nella fede"

LA RELIGIONE DELL'INCARNAZIONE:
UN FATTO, UN LUOGO, DEI VOLTI.




LA RELIGIONE DELL'INCARNAZIONE: UN FATTO, UN LUOGO, DEI VOLTI.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 12 - Dicembre 2017

  Il grande Cardinale Newman ha scritto che se gli avessero domandato di scegliere una dottrina come base della nostra fede cattolica, avrebbe senz'altro scelto la dottrina dell'Incarnazione:
  “Io direi, per quanto mi riguarda, che l'Incarnazione è al cuore del Cristianesimo; è di là che procedono i tre aspetti essenziali del suo insegnamento: il sacramentale, il gerarchico e l'ascetico.

  Il Figlio di Dio ha unito la sua natura divina alla nostra natura umana affinché, come dice la preghiera dell'offertorio della messa, “possiamo divenire partecipi della sua divinità”.

  In questo “divenire partecipi della sua divinità” c'è tutta la vita cristiana. Siamo stati chiamati alla vita, siamo stati afferrati dalla Grazia Santificante dal giorno del nostro Battesimo, ci impegniamo in una vita ascetica per seguire la volontà di Dio, proprio per “divenire partecipi della sua divinità”: è la vita soprannaturale; è questo il dono di Dio per noi, è questo il nostro destino.

  Dobbiamo proprio comprendere che il Cristianesimo è fondato sulla realtà dell'Incarnazione, per poi comprendere la nostra vita con lo scopo che ha dentro: divenire partecipi della sua divinità. Se si toglie questa realtà non resta più niente del Cristianesimo.

  L'Incarnazione poi è un fatto storico, non è innanzitutto un concetto, un'idea.

  L'Incarnazione è il fatto storico che, a un certo momento del tempo, il Verbo di Dio ha preso su di sè la nostra umanità, la nostra povertà, il nostro nulla, per donarci il potere di diventare figli di Dio. Questo è il fatto più sconvolgente della storia e per questo contiamo gli anni dalla notte di Betlemme.

  Tutte le eresie sono nemiche di questo fatto, lo negano nella sua pienezza, lo reinterpretano fino ad annullarlo nella sua sconvolgente verità.

  Tutte le eresie sorte dentro il Cristianesimo vanno contro quest'unico fondamento della religione cristiana, e così fa il Modernismo che è la somma di tutte le eresie. Il Modernismo ha come nemico principale la realtà dell'Incarnazione, e trasforma il cristianesimo in una religione che nasce dal di dentro dell'uomo, dalla sua psicologia profonda. Invece tutto nasce da un fatto, un fatto fuori dell'uomo che trasforma dentro l'uomo: Dio si è fatto uomo.

  Trasforma l'uomo – diventiamo partecipi della sua divinità – ma è un fatto fuori dell'uomo.

  E ci trasforma proprio perché non è dentro l'uomo, ma entra nell'uomo con il potere della Grazia di Cristo.

  Da qui discende tutto.
  Dal fatto che è un fatto - che come ogni fatto è fuori di noi, è difronte a noi - discende tutto il potere  salvifico del Cattolicesimo:

  “L'Incarnazione è l'antecedente della dottrina della mediazione; essa è l'archetipo del principio sacramentale e dei meriti dei santi. Dalla dottrina della mediazione derivano la salvezza, la Messa, i meriti dei martiri e dei santi, le invocazioni e il culto loro indirizzato. Dal principio sacramentale provengono i sacramenti propriamente detti, l'unità della Chiesa e la Santa Sede (…), l'autorità dei concili; la santità dei riti; la venerazione con cui si circondano i luoghi sacri, le tombe dei santi, le immagini, i mobili, gli ornamenti e i vasi sacri... Bisogna o prendere tutto o rigettare tutto; attenuare non è che indebolire; amputare è mutilare”.

  Grande Newman! Bisogna accettare tutto del Cattolicesimo! E tutto, come il fatto dell'Incarnazione, è qualcosa di esterno che entra dentro, per trasformarti dentro.

  Il male è proprio qui. Il terribile male che sta sfigurando la Chiesa Cattolica e la vita di una moltitudine di cristiani consiste nell'attenuare questo fatto esterno che, abbracciato, ci salva.
  È il male orribile di trasformare il Cristianesimo nella religione delle idee e dei valori; di trasformarlo in un culto tutto interno all'uomo, in una religione psicologica e introspettiva: è la vittoria del Peccato Originale, è la vittoria del Demonio, che vuole chiudere l'uomo in se stesso per poi abbandonarlo alla propria disperazione.

  Ma il Cristianesimo è un fatto esterno che nasce dal fatto dell'Incarnazione di Dio.

  Il pericolo è di non ricordarlo sempre: bisogna prendere tutto o rigettare tutto... attenuare è indebolire... amputare è mutilare.

  Dobbiamo ricordarlo sempre: Cristo ci raggiunge con un fatto esterno a noi.

  Per questo non si può salvare nemmeno la Tradizione della Chiesa con le parole, ma aderendo a un fatto.

  È aderendo a un luogo esterno, che ti ha riconsegnato la fede di sempre, che si salva la Tradizione.
  È stando a quel fatto, stando a un luogo, stando a persone visibili con cui il Signore ti ha riconsegnato ad una fede integralmente cattolica, che tu potrai essere trasformato dentro.
  La tentazione è sempre quella di volgersi alle idee, ai valori, alle parole, per rigettare o attenuare il fatto; e attenuarlo è rigettarlo!

  Siamo a Natale. Quale domanda faremmo bene a porci? C'è ne una più urgente di tutte:
“Ma io, dove riconosco il fatto di Dio? Dov'è la mia grotta di Betlemme, dove andare ad adorare il  Signore; dov'è la grotta dove Dio nasce?”.
  La risposta non può essere vaga, dovrà indicare un luogo concreto, un centro di messa tradizionale concreto, dei volti precisi a cui riferirsi, dei tempi e occasioni stabiliti in cui esserci.

  Sì, lo sappiamo, la Chiesa è in crisi; ma tutta la crisi della Chiesa non impedirà ai sinceri di cuore il trovare questi fatti precisi, luogo di salvezza per l'anima stanca. Dio è fedele, e non fa mancare mai il suo soccorso, che è sempre un fatto.

  Se ci ostineremo a cercare la salvezza dentro di noi, vorrà dire che siamo già parte dei peggiori modernisti, magari “tradizionali”.

  Ma preghiamo che così non sia.
  Buon Natale

Festa Patronale di Santa Caterina V. M. a Vocogno - Video Messa e Omelia


FESTA PATRONALE 
DI SANTA CATERINA V. M.
VIDEO SANTA MESSA
OMELIA AUDIO
Vocogno, Domenica 26 Novembre 2017.


Video Santa Messa cantata



Omelia di don Alberto Secci


domenica 19 novembre 2017

Festa Patronale di Santa Caterina V. M. a Vocogno


VOCOGNO
Domenica 26 Novembre 2017

FESTA DI SANTA CATERINA V.M.
PATRONA


ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 15.30
Vespri cantati
Benedizione Eucaristica

ore 17.00
Santa Messa letta

Cappella Ospedale Domodossola Santa Messa ore 18.00

martedì 31 ottobre 2017

Autoritaria è sempre la Rivoluzione, mai la Tradizione.


Pubblichiamo il numero di Novembre 2017
di "Radicati nella fede"

AUTORITARIA E' SEMPRE 
LA RIVOLUZIONE,
MAI LA TRADIZIONE.




AUTORITARIA E' SEMPRE LA RIVOLUZIONE, MAI LA TRADIZIONE.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 11 - Novembre 2017

 Solitamente, nell'immaginario collettivo anche cattolico, la Tradizione viene affiancata a una visione autoritaria della Chiesa, verticistica e accentrata, mentre la modernità con tutto il suo carico rivoluzionario, viene affiancata ad una chiesa semplice e libera, popolare e democratica: niente di più falso! È proprio vero il contrario!

 La Tradizione, quella vera, che non è conservatorismo, proprio perché pone l'accento sull'autorità dell'insegnamento perenne di duemila anni di cristianesimo; proprio perché parla di un contenuto di verità, di un deposito della fede da custodire vivere e tramandare intatto; proprio perché a questo contenuto intangibile ricevuto da Dio, tutti devono obbedire e sottostare, dal Papa al più piccolo bimbo del catechismo: proprio per questo la Tradizione non è fatta di un autoritarismo tutto umano, dove il “capo” impone in nome di se stesso la linea da seguire.
 È la Rivoluzione che invece è autoritaria: in ogni rivoluzione, per imporre il “mondo nuovo” che a turno dovrebbe migliorare l'esistenza umana, è necessario che chi è a capo imponga con violenza, fisica o morale, la svolta da compiere.

 Il problema è che questa visione autoritaria distrugge la vera autorità che è quella della verità.

 La Tradizione della Chiesa è fatta per custodire e trasmettere la verità; e difendendola, contro tutti i falsi cristiani che vogliono modificarla e cambiarla, rende possibile la libertà dei giusti: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32).

 L'autoritarismo moderno è pestifero, entra dappertutto, e se entra nella Chiesa di Dio la corrompe.
 Per questo dobbiamo vigilare e coltivare un amore sconfinato alla Tradizione e guardarci bene dall'autoritarismo. Dobbiamo coltivare un amore sconfinato alla Tradizione perché è la forma con cui Cristo ci raggiunge. Dobbiamo guardarci dall'autoritarismo perché è la violenza dell'uomo che vuole sostituirsi alla verità di Dio.

 Solo che per guardarsi da questa moderna malattia occorre vivere di autorità e non di autoritarismo.
 Cioè, non bisogna aspettare dall'alto, dai “capi”, le indicazioni per vivere pienamente il cristianesimo come Dio comanda. Non bisogna aspettare, ma prendere in mano la propria obbedienza a Dio per compiere  l'opera che chiede.

 Nella Chiesa è sempre avvenuto così.

 Ve lo immaginate un San Francesco che si lamenta del Papa perché non riforma la Chiesa? No, San Francesco non ha atteso dal Papa, è andato dopo dal Papa per sapere se si ingannava; ma prima di andare dal Papa ha fatto ciò che Dio gli indicava.

 Ve lo immaginate san Paolo che aspetta da Pietro l'indicazione su cosa deve fare? Assurdo sarebbe: certo che Paolo andò da Pietro, ma carico già del compito affidatogli da Cristo del predicare alle genti, compito accettato e abbracciato.

 Tutto nella Chiesa, tutte le vere riforme, tutte le vere opere, sono nate dall' “alto” della grazia di Dio, ma questa grazia è germogliata nel “basso” della vita di anime cristiane che non hanno atteso una “patente” dall'autorità. L'autorità, il Papa e i Vescovi, sono intervenuti dopo, spesso molto dopo, per giudicare la bontà dell'opera. Ma per essere giudicata dall'autorità, l'opera deve esserci già, questo è ovvio!

 Ma non lo è ovvio per tutti i malati di autoritarismo, che hanno trasformato la Chiesa in una società di impiegati che fanno corte all'autorità.

 Sono malati della stessa malattia tutti quei cristiani che dicono di amare la Tradizione, ma non si muovono nel costruire alcunché.
 Attendono Papa dopo Papa, Vescovo dopo Vescovo, parroco dopo parroco, pretendendo da essi  un certificato di fiducia in anticipo, prima di aver costruito qualcosa.

 Il concilio di Trento, così amato dai tradizionali, è stato preparato e reso possibile da tutti i Santi della riforma cattolica, che è nata ben prima del concilio!

 Il concilio di Nicea che salvò la fede in Cristo fu possibile per tutti i santi che, nella solitudine dell'incomprensione, rimasero attaccati alla Tradizione e fecero l'opera di Dio.
 Nessuno di essi ebbe un certificato anticipato di fiducia dall'autorità.

 Il pericolo dell'autoritarismo è serio: è lo strumento che ogni dittatura culturale ha per fermare la vita, che non corrisponde mai allo schema che l'uomo ha in testa.

 Se il mondo tradizionale cadrà nell'inganno dell'autoritarismo, la vera riforma della Chiesa, ahimè, sarà da rimandare... chissà per quanto tempo.
 Se il mondo tradizionale cadrà nell'inganno dell'autoritarismo non costruirà l'opera che Dio gli ha dato da compiere e molte anime non avranno il riparo sicuro nella tempesta.

 Se cadremo nell'inganno dell'autoritarismo, quello di chi aspetta dal “capo” la riforma della propria vita, non potremo poi lamentarci se a sera saremo a mani vuote, l'abbiamo voluto noi.

domenica 29 ottobre 2017

Ognissanti e Commemorazione di tutti i fedeli defunti - ORARIO FUNZIONI


SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI
Mercoledì 1 Novembre 2017


VOCOGNO

ore 10.30 S. Messa cantata

ore 14.30
Funzione pomeridiana:
S. Rosario e Processione al Cimitero
canto delle Esequie
benedizione delle tombe

ore 17.00 S. Messa letta

CAPPELLA OSPEDALE DOMODOSSOLA

ore 10.30 S. Messa cantata

_____________________________

COMMEMORAZIONE 
DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Giovedì 2 Novembre 2017

VOCOGNO

Sante Messe da Requiem
ore 6.00 S. Messa letta
ore 17.00 S. Messa letta
ore 20.30 S. Messa cantata con Esequie

CAPPELLA OSPEDALE DOMODOSSOLA

alle ore 7.00 Tre SS. Messe lette

lunedì 23 ottobre 2017

CRISTO RE A VOCOGNO


Domenica 29 Ottobre 2017
Vocogno

SOLENNITA' DI CRISTO RE


ore 10.30
S. Messa cantata

ore 15.30
Esposizione del SS. Sacramento,
S. Rosario, Litanie del S. Cuore
e Atto di Consacrazione del genere umano 
al S. Cuore di Gesù.

ore 17.00
S. Messa letta

giovedì 19 ottobre 2017

"Lasciatevi commuovere, ve ne scongiuro"


7° PELLEGRINAGGIO
DELLA TRADIZIONE
ALLA MADONNA DI OROPA
Sabato 14 Ottobre 2017


Video Santa Messa solenne




Video Omelia di don Alberto Secci
"Lasciatevi commuovere, ve ne scongiuro"




Video Santo Rosario








sabato 30 settembre 2017

Una Lepanto culturale


Pubblichiamo il numero di Ottobre 2017
di "Radicati nella fede"

UNA LEPANTO CULTURALE




UNA LEPANTO CULTURALE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 10 - Ottobre 2017

  Ci vuole una nuova Lepanto, una Lepanto culturale, ma non contro i Turchi questa volta, ma contro gli effetti devastanti della Protestantizzazione Cattolica.

  Nel 1571 il Papa S. Pio V riunì nella Lega Santa le corone cattoliche, perché unite difendessero la Cristianità contro l'invasione mussulmana dell'Impero Ottomano. Cosa sarebbe rimasto del Cristianesimo se questa vittoria della flotta cattolica non fosse avvenuta? I re obbedirono al Papa, la Madonna intervenne e la Cristianità fu salva: da quel 1571, il 7 di ottobre, la Chiesa ricorda quel miracolo, seguito ad un prodigioso impegno, con la festa della Madonna del Rosario, all'origine chiamata Nostra Signora delle Vittorie.

  Ma di un'altra Lepanto c'è bisogno, di una Lepanto culturale, che richiede altrettanto prodigioso impegno di lavoro (di battaglia) e di preghiera.

  La Chiesa cattolica, dall'epoca conciliare in poi, è entrata in una fase di impressionante avvicinamento al Protestantesimo, che ha come primo effetto il rifiuto del proprio passato, della propria storia.
  E' come se si volesse tornare a un Gesù “puro”, un Gesù del Vangelo, libero da tutte le “incrostazioni” della storia cristiana successiva, di tutta la storia della Chiesa, vista, ahimè, come un sostanziale tradimento del messaggio autentico di Gesù Cristo.

  Il rifiuto della storia cristiana in nome di un Gesù “puro”, è in sostanza il contenuto di tutte le eresie, e in particolare di quella eresia magna e onnicomprensiva rappresentata dal Protestantesimo di Lutero e degli altri infelici suoi compagni.

  Questo è il modo più potente per distruggere la Cristianità, cioè la società cristiana, e il Cristianesimo stesso; questo attacco del Protestantesimo è infinitamente più pericoloso dell'invasione mussulmana di ieri e... di oggi. È l'attacco interno che il nemico ha operato perché la Chiesa scompaia.

  Per questo occorre una nuova Lepanto, culturale nel senso pieno, che riporti un pensiero corretto sulla Chiesa e la sua storia all'interno del Cattolicesimo stesso.

  Sì, occorre proprio un simile lavoro, immane ma necessario, altrimenti perderemo Cristo stesso: non esiste un Gesù separato dalla storia da lui generata. Non esiste un Gesù separato dalla sua Chiesa, l'unica Chiesa Santa Cattolica Apostolica Romana. Ma non può esistere la Chiesa, Una Santa Cattolica Apostolica, separata dalla sua storia, da tutta la sua storia.

  Nell'anno 2000 ci furono i devastanti mea culpa di Giovanni Paolo II, con i quali chiese perdono delle colpe storiche della Chiesa. Questi mea culpa furono il colpo di grazia a ciò che restava di una coscienza integralmente cattolica. È come se il gesto del Papa avesse dato via libera a tutte le falsità vomitate sulla storia della Chiesa Romana, falsità che il laicismo, figlio della protestantizzazione, ha propinato per decenni nelle scuole italiane e non solo. Nessuno guarda davvero dentro la storia della chiesa, dentro la storia della cristianità: se ci andassero scoprirebbero, certamente assieme al peccato degli uomini, la meravigliosa continuità storica della presenza di Cristo nel mondo, che ha prodotto cultura, intelligenza, santità e opere, opere soprattutto di carità vera.

  Se si nega questa storia di grazia, che si dipana lungo i secoli, se ne si nega il valore come vorrebbe Lutero, si perde il Corpo di Cristo, si perde Cristo stesso.
  Sta qui tutta la debolezza del Cattolicesimo che, per essere accettato nei salotti della modernità stancamente laica, deve rifiutare con un giudizio negativo il proprio passato.

  È come tagliare il ramo su cui siamo posati: ci attende la caduta e la morte.
  Una Chiesa che non difende la sua storia, conosciuta e amata, è una chiesa che vive una sconfinata solitudine difronte al potere del mondo: è sola, perchè ha rifiutato quel corpo storico che l'ha generata.

  Una chiesa che non difende la sua storia, è una chiesa che deve spiritualizzare il Corpo Mistico e la Comunione dei santi: diventano, queste, parole vuote, non indicanti mai una qualche realizzazione storica, ma solo un puro afflato poeticamente spirituale.

  Ma una chiesa così è perfettamente inincidente nella realtà, non cambia il mondo in cui il Signore l’ha posta; e se non lo cambia è inutile.

  E una chiesa inutile non incontrerà più nessuno, perché quelli che si imbattono nella sua esigua presenza, non sono provocati ad un cambiamento.

  L'attaccamento alla Messa Tradizionale, alla Messa della Cristianità, vuole essere anche un commosso canto d'amore alla gloriosa storia della Chiesa, alla storia effettiva della Cristianità, che ha attraversato il fiume di questi 2000 e più anni.

  Non possiamo accettare la nuova messa, che invece è il frutto del rifiuto di questa storia, nel nome del ritorno ad un mitico cristianesimo primitivo, proprio come Lutero.

  Ma chi si stacca dalla propria storia esce dalla Chiesa, e storia non ne fa.

giovedì 31 agosto 2017

Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti


Pubblichiamo il numero di Settembre 2017
di "Radicati nella fede"

LASCIATE CHE I MORTI
SEPPELLISCANO I LORO MORTI




LASCIATE CHE I MORTI SEPPELLISCANO I LORO MORTI
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 9 - Settembre 2017

  Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti,
è ciò che viene a noi in mente mentre leggiamo i terrificanti dati pubblicati in questi giorni  dalla conferenza episcopale tedesca. Terrificanti davvero per il futuro del cattolicesimo in quelle terre: nell'ultimo anno (2016) la Chiesa tedesca ha perso 162.000 fedeli e chiuso 537 chiese. Dal 1996 ad oggi il numero dei fedeli è crollato de15%  e a questo si aggiunge la chiusura di un quarto delle comunità cattoliche... la diocesi di Monaco per esempio nell'anno scorso ha avuto un solo candidato al sacerdozio... potremmo dilungarci in questo tristissimo elenco.

 Tutto suona come una beffa: nell'anno centenario di Lutero, la Chiesa cattolica che si è ammodernata diventando così simile alla chiesa protestante, deve celebrare il proprio funerale, constatando il progressivo e inesorabile assottigliamento della sua presenza.

 Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, ci viene da ripetere difronte al progressivo smantellamento della presenza cattolica anche nelle nostre terre.
 Lasciate che la cosiddetta chiesa conciliare, nata da una presunta nuova pentecoste, faccia il proprio funerale.

 Solo che questa chiesa ammodernata, che doveva invadere il mondo con il suo gioioso annuncio di liberazione, non ne vuole proprio sapere di seppellire i propri morti: li ha imbalsamati e finge che stiano tutti bene.

 Finge di essere nella primavera di una perenne pentecoste, mentre si trova nel più gelido freddo invernale.
 Ed è tutto il mondo cattolico a vivere il medesimo declino;  e questo lo può constatare chiunque, lì dove vive. La Chiesa regredisce, lascia libero terreno al paganesimo più vago e violento; i nostri paesi, dal punto di vista cattolico, sono dei ruderi della cristianità antica. Eppure nessuno ne parla.

 È singolare che tutto il mondo pastoralista si sottragga a qualsiasi verifica, è questo che fa più impressione e male.

 Hanno inaugurato l'era del Pastoralismo Dogmatico buttando via il dogma.

 Si, è così. In questi decenni è stata innescata tutta una serie di cambiamenti rivoluzionari e lo si è fatto in nome di un principio pratico di pastorale. Si è anche indetto, primo nella storia cristiana, un Concilio Pastorale, che non voleva proclamare nuovi dogmi né comminare condanne; un concilio preoccupato di rinnovare il linguaggio della chiesa perché fosse comprensibile al mondo di oggi, un concilio preoccupato dell'azione dei cristiani nel mondo, preoccupato della pastorale appunto.

 Solo che questa pastorale, senza dogmi e anatemi, ha fallito il suo compito: non solo il mondo ha continuato ad essere mondo senza incontrarsi con la chiesa; ma la chiesa è letteralmente scomparsa dalla scena di questo mondo a cui ha lasciato il posto.

 Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti: è vero, dovremmo preoccuparci d'altro, ma come restare indifferenti a tanta rovina? È la presenza della chiesa che viene meno e le anime restano indifese e denutrite, preda dei briganti di turno. Come restare indifferenti? La chiesa è una e abbiamo ricevuto tutto da lei; la rovina della sua presenza, anche se causata da scelte colpevoli, non può giovare ad alcuno.

 Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti: ma come non soffrire difronte a questo gran funerale che sembra seppellire il nostro passato fatto di parrocchie e di paesi cristiani? Come non soffrire difronte al seppellimento delle radici fisiche che ci hanno generato?

 Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti: ma mentre accompagnate il funerale della chiesa della moderna pastorale, non sarebbe possibile con tutta semplicità riaprire la questione per lasciarsi giudicare dai dati spaventosi di questi anni? Che senso ha una pastorale che non si lascia giudicare dai fatti? È già consumata in ideologia. La pastorale ammodernata, nata senza voler proclamare dogmi e comminare condanne, si è sostituita al dogma: possibile che non si trovino pastori della chiesa disposti a discutere di tutto questo?  Se non lo faremo, ma apertis verbis, sarà come lasciare i cadaveri senza sepoltura, con il rischio di infettare tutto e tutti.

 La Pastorale moderna eretta a dogma è in sostanza la dogmatizzazione dell'agnosticismo: avendo buttato le verità di fede, espresse con precisione e difese nella Tradizione; avendole buttate in secondo piano e avendole rese fluide per essere adattabili a tutte le opinioni in circolazione, il cattolicesimo ammodernato deve riempire la propria vita con una nuova pastorale: la pastorale del fare compagnia agli uomini in nome di se stessa, non in nome della Verità che salva.
 È l'agnosticismo, è il vuoto di fede eretto a pastorale pratica. Per un po' questa pastorale ha illuso i suoi attori ad essere ancora presenti sulla scena del mondo, ma ora... ora suona l'ora del  rendiconto: questa scelta ha distrutto la Chiesa.

 Ma questi, e sono tanti, si sottraggono a qualsiasi verifica.

 Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti: mentre soffriamo per tutta questa aria di morte, e soffriamo perchè amiamo la Chiesa, è urgente fare la Tradizione, farla concretamente sul campo, senza attardarsi in un perenne funerale della modernità del mondo e della sua chiesa. Se non ci mettiamo a farla la tradizione, saremmo solo degli afflitti del corteo funebre.
 Ma mentre viviamo secondo il cattolicesimo della tradizione, il cattolicesimo di sempre, avremo sempre la preoccupazione di invocare un libero confronto nella chiesa sull'attuale disastro.

 Non ci piace questo silenzio che non accetta un confronto, è il silenzio dell'ideologia che non vuole fare i conti con la realtà.

 Il cattolicesimo di sempre, invece, quello del dogma e degli anatemi per intenderci, con la realtà i conti gli ha sempre fatti, preoccupato della salvezza delle anime e quindi della presenza forte e capillare della chiesa.

 Non ci piace questo silenzio, indifferente o colpevole che sia; non ci piace, perché siamo figli della chiesa.

martedì 29 agosto 2017

Spectaculum facti sumus


FESTA DI SAN ROCCO

Pubblichiamo i video della Festa di San Rocco 
in rito tradizionale
Vocogno - Domenica 20 Agosto 2017


Video Santa Messa


Video Omelia di don Alberto Secci
"Spectaculum facti sumus"


Video Vespri cantati e Benedizione Eucaristica



martedì 22 agosto 2017

7° PELLEGRINAGGIO DELLA TRADIZIONE ALLA MADONNA DI OROPA


SABATO 14 OTTOBRE 2017

SETTIMO PELLEGRINAGGIO 
DELLA TRADIZIONE 
ALLA MADONNA DI OROPA



La Basilica Nuova di Oropa 
è inagibile per lavori urgenti;
per questo la Santa Messa solenne sarà celebrata
nella grande Basilica di San Sebastiano in Biella, 
antica chiesa della città.

Al termine della S. Messa 
ci muoveremo pellegrini verso Oropa dove nel pomeriggio reciteremo il Rosario nella Basilica antica 
di fronte all'Immagine miracolosa della Vergine Bruna.

ore 10.30
SANTA MESSA SOLENNE
Basilica di S. Sebastiano
BIELLA

ore 15.30
SANTO ROSARIO
di fronte all'Immagine miracolosa
Basilica Antica
OROPA

Per chi non desiderasse consumare il pranzo al sacco: Ristorante a € 18
Per il pranzo è’necessario prenotarsi entro l'8 ottobre telefonando a:
349/2848054 oppure 348/2463990

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Per la comodità dei fedeli pubblichiamo la mappa con le indicazioni per raggiungere la Basilica di San Sebastiano a Biella e per trasferirsi da Biella a Oropa.

martedì 8 agosto 2017

ASSUNTA E SAN ROCCO A VOCOGNO

VOCOGNO

Martedì 15 Agosto 2017

SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE
DELLA B. V. MARIA IN CIELO


ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 17.00  
S. Messa letta

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Domenica 20 Agosto 2017

FESTA DI SAN ROCCO


ore 10.30
Santa Messa cantata
e Processione 
con la reliquia e la statua di San Rocco

ore 15.30
Canto dei Vespri
Benedizione Eucaristica

 ore 17.00
S. Messa letta

“Veglia, o Signore, con incessante amorevolezza 
sul tuo popolo e per i meriti di San Rocco 
rendilo immune da ogni pericolo dell’anima e del corpo.”

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Cappella Ospedale di Domodossola

Martedì 15 Agosto 2016
Solennità dell'Assunta
ore 10.30 S. Messa cantata

Domenica 20 Agosto 2017
ore 18.00 S. Messa letta

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lunedì 31 luglio 2017

Il divorzio fu l'occasione perduta


Pubblichiamo il numero di Agosto 2017
di "Radicati nella fede"

IL DIVORZIO
FU L'OCCASIONE PERDUTA





IL DIVORZIO FU L'OCCASIONE PERDUTA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 8 - Agosto 2017

 Non c'è niente da fare, nessuno ci toglierà dalla testa che il cambiamento della Messa, operato dalla Chiesa con un autoritarismo senza precedenti a fine anni '60, fu il “cavallo di Troia” con il quale entrarono tutte le più devastanti derive nel mondo cattolico.

 Il Concilio Vaticano II, pastorale per espressa volontà dei Papi Giovanni XXIII prima e Paolo VI poi, si era ormai concluso. I testi, nella loro prolissità e stile discorsivo, avevano confermato tutti nella propria opinione: i Conservatori erano convinti che nulla fosse cambiato nella sostanza della Tradizione Cattolica; i Progressisti invece, rumorosi ma in fondo minoranza all'epoca, avevano salutato l'avvento di un'era totalmente nuova. Ognuno cercava nei testi la conferma delle proprie opinioni e attitudini. Chi è vissuto in quegli anni può confermare tutto questo, testimoniando della storia della propria parrocchia.

 Intervenne, a quattro anni dalla chiusura del Concilio, la nuova messa e tutto poteva diventare chiaro.

 Con la nuova messa, valida in sé ma non buona come tentiamo di dire da sempre (cfr. editoriale “Radicati nella fede”, anno V, marzo 2012, n° 3), non sarebbe stato possibile interpretare il Concilio in continuità con il passato della Chiesa Cattolica. La nuova messa diede la chiave ermeneutica secondo cui il Concilio Vaticano II è una “nuova Pentecoste”, il punto sorgivo di un Cristianesimo liberatosi dalla zavorra del suo passato, capace di scelte più pure che il mondo moderno avrebbe presto accolto con commovente entusiasmo.

 I cosiddetti Conservatori, a volte molto moderati, si illusero ancora che la rivoluzione progressista si sarebbe presto spenta, come ogni giovanile entusiasmo. Quante volte sentimmo, e sentiamo ancora, che basterebbe celebrare con rispetto e devozione la nuova messa per arginare il disastro. A questa corrisponde un'altra illusione, che sia possibile intendere i documenti del Concilio in senso moderato-conservatore, in totale continuità con la Tradizione della Chiesa Cattolica Romana.

 Lasciamo ad altri le analisi dettagliate al riguardo, non farebbero il caso in un semplice editoriale di due pagine. A noi tocca ricordare che basterebbero i fatti susseguitisi nella società italiana, oltre che nella Chiesa, per dar prova che la nuova Messa innescò la rivoluzione con la sua ermeneutica di rottura.

 E i fatti che accadono, anche quelli di portata cattiva, se guardati con intelligenza di fede, sono sempre provvidenziali, perché sono avvisi di Dio.

 La nuova messa del popolo e per il popolo era stata da poco introdotta a forza, che la stessa Chiesa italiana si trovò difronte ai drammatici giorni del Referendum sul Divorzio, era il 1974. La campagna referendaria fu il terreno di scontro tra le due anime, conservatrice e progressista, della chiesa italiana. La campagna referendaria fu il terreno di scontro delle due ermeneutiche del Concilio: una si illudeva di poter riaffermare il valore di un cattolicesimo anche di Stato, l'altra abbandonata al più puro laicismo affermava che ogni individuo deve essere tutelato, nella propria libertà assoluta, dallo Stato agnostico.

 Lunedì 14 Maggio i risultati referendari furono di una tristezza agghiacciante per i buoni parroci del tempo: nell'Italia, che si pensava ancora cattolica, aveva vinto il divorzio con il 59,26%. E quel 59% a favore del mantenimento del divorzio era tristemente in gran parte voto di cattolici.

 Sarebbe bastato questo per far aprire gli occhi a tutti, pastori e fedeli. Sarebbe bastato quel 59% per reagire alla deriva modernista e rivoluzionaria della Chiesa.

 Ma così non fu... i buoni, preti e fedeli, si dissero ancora che la nuova messa non centrava, che era il problema dei tempi e della politica.

 Arrivò poi il 1981 e fu il tempo dell'aborto, del terribile aborto, e fu l'ecatombe dei numeri: l'aborto vinse con l'88,42%: si era ormai consumata la scristianizzazione dell'Italia.

 Ma ancora una volta non si andò a vedere dove tutto si era innescato: la nuova messa aveva liberalizzato, nella sua ambiguità e fluidità, tutte le peggiori interpretazioni per un nuovo cristianesimo senza dogmi e obblighi morali. I cristiani cosiddetti “adulti” avrebbero ormai seguito la loro coscienza reinterpretando di volta in volta il vangelo secondo i propri gusti, puntualmente obbedienti peraltro al potere omicida di questo mondo.

 E la storia potrebbe continuare fino ai nostri tristissimi giorni. C'è qualcosa di immorale che non trovi cattolici benedicenti? Abbiamo ammesso tutto, tutto e di più, “asfaltando” in nome della libertà individuale tutta la Sacra Scrittura e duemila anni di Cristianesimo. Abbiamo ammesso tutto, benedetto tutto, fingendo di non parlarne troppo.

 E se fosse vero che tutto è potentemente iniziato con lo smantellamento della Messa di sempre? E se la questione del rito non fosse solo un problema secondario? O continueremo ad illuderci che questo non centra come i buoni preti e fedeli degli anni '60 e '70?

 Speriamo che qualche intelligente dal cuore semplice si desti dal sonno.

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venerdì 30 giugno 2017

Azione, non Dialogo.


Pubblichiamo il numero di Luglio 2017
di "Radicati nella fede"

AZIONE, NON DIALOGO.




AZIONE, NON DIALOGO.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 7 - Luglio 2017

  Tutta la Rivoluzione, scoppiata in questi decenni in casa cattolica, è avvenuta in nome del dialogo.  La nuova chiesa si è concepita in contrapposizione alla Chiesa del passato proprio in nome del dialogo: ti dicono che la Chiesa prima del Concilio era una chiesa in difesa, mentre ora la Chiesa ha capito che bisogna aprirsi, aprirsi in un dialogo continuo con il mondo.

  In nome di questo dialogo hanno anche preteso il cambiamento della Messa: la Messa di prima, nella sua sacralità, sarebbe la Messa di una Cristianità in “difensiva”, preoccupata di distinguersi dal mondo; la nuova messa sarebbe, invece, la messa di un cristianesimo in “dialogo”, lievito nascosto nella pasta del mondo.

  Ciò che occorre capire è che hanno cambiato la messa per cambiare il cristianesimo, questo è il punto!

  Avevano già deciso, in tanti e da tempo, di far fare un “balzo in avanti” alla Chiesa cattolica, di renderla più duttile al mondo, ma con la Messa di sempre questa operazione non si sarebbe potuta realizzare compiutamente. La Messa di sempre sarebbe stata l'antidoto contro questa poderosa falsificazione della Chiesa romana in senso liberal-protestante. Allora hanno organizzato l'abbattimento del bastione: una messa nuova per una nuova stagione della Chiesa di Roma.

  Occorre proprio capire questo, perché la reazione sia proporzionata e ordinata: non si può pensare ad un risanamento della Chiesa senza prima operare un rifiuto della riforma liturgica conciliare in blocco.

  Occorre decidere per la messa della cristianità, contro la messa del dialogo.

  Cos'è la messa del dialogo? È la messa dove prevale la parola sull'azione.

  Per fare un cristianesimo in dialogo continuo con tutto e con tutti... in dialogo soprattutto con il mondo moderno, dove tutto è opinione e mai certezza perché per la modernità la verità non esiste... hanno reso la messa un continuo colloquio, un parlare-parlare estenuante, un tradurre-tradurre frenetico; un botta e risposta incessante tra prete e fedeli.

  Una messa così fa un cristianesimo che è parola, che è discorso, ma che non è azione! Ma che se ne fa un uomo, dentro l'azione drammatica della vita, di un cristianesimo ridotto a discorso?
  Sta proprio qui l'esito tragico della nuova chiesa ammodernata nel dialogo: l'insignificanza per il mondo. La chiesa si è trasformata in dialogo con il mondo, ma gli uomini, dentro l'azione drammatica della vita, hanno abbandonato una chiesa che non è azione ma discorso.

  Al centro del Cristianesimo, al cuore del Vangelo, invece, non c'è un discorso, ma un'azione: l'azione di Gesù Cristo che salva gli uomini con il sacrificio della Croce. Dio diventa uomo, muore per noi, paga il prezzo dei nostri peccati, perché siamo salvi. I discorsi di Gesù, i suoi miracoli, sono una preparazione all'azione per eccellenza: la nostra redenzione operata al Calvario.

  Incarnazione-Passione e Morte: ecco l'azione.

  Ed ecco perché la Messa di sempre, quella della Tradizione, è Azione e non discorso.

  Certo, c'è la Parola di Dio, l'Epistola e il Vangelo, ma non prevalgono sul centro della messa, che è il Canone, dove avviene l'Azione, cioè il Sacrificio. Questo è il cuore della messa, e in questo cuore tutto diventa silenzioso: il prete pronuncia sottovoce le parole che fanno l'azione, perché sia evidente che di azione si tratta e non di dialogo.

  Così, con la messa di sempre si evita la più grande falsificazione del cristianesimo operata nella storia: l'annullamento dell'azione divina in parola-discorso umano. Per questo possiamo dire che la Messa della Tradizione custodisce il cuore del cristianesimo autentico.

  Ma c'è qualcosa di più, pensiamo di poterlo dire: la Messa vera corrisponde alla verità della vita.

  La vita, azione drammatica perché è in gioco la libertà dell'uomo dentro la lotta tra il bene e il male, tra Dio e il mondo, tra la Luce e le tenebre, ha bisogno di un'azione che salva e non innanzitutto di un discorso che spiega.

  Per questo il mondo, anche quello moderno, ha bisogno della Messa della Tradizione, dove l'azione prevale potentemente sul discorso.

  L'uomo di tutti i tempi, impegnato nella lotta della vita, ha bisogno dell'azione di Dio e non di una mera spiegazione.

  La Chiesa del dialogo, che vuole con una spicciola psicologia religiosa illuminare qualcosa della vita degli uomini, è una chiesa inconcludente, manca di azione; non può fare un mondo nuovo perché ha annegato l'azione di Cristo nelle sue interpretazioni.

  Ed è per questo che il mondo si è già stancato di lei.
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