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lunedì 30 dicembre 2013

TUTTO, ECCETTO LA TRADIZIONE!

Pubblichiamo il numero di Gennaio 2014 
di "Radicati nella fede".




TUTTO, ECCETTO LA TRADIZIONE!
Editoriale "Radicati nella fede" Anno VII, n° 1  - Gennaio 2014

 Tutto, praticamente tutto viene permesso, tutto eccetto la Tradizione.

 Dopo il coraggioso e, nello stesso tempo, timido gesto di Benedetto XVI, costituito dal motu proprio del 2007, si è assistito ad una costante opera di “confino” della Tradizione della Chiesa.
 Il Santo Padre disse che la Messa antica non fu mai abolita. In qualche modo confermò che non si può abolire, perché l'Autorità nella Chiesa serve a custodire la Tradizione come fonte della Rivelazione, così come serve a custodire la Sacra Scrittura, e non può mai far da padrona su di esse; se facesse da padrona, l'Autorità non sarebbe quella voluta da Nostro Signore e si configurerebbe come autoritarismo.
 Ebbene, dopo il motu proprio Summorum Pontificum, le varie curie diocesane si impegnarono in una instancabile opera per fermare, arginare, confinare qualsiasi tentativo di ritorno alla gloriosa Tradizione della Chiesa, in campo sia liturgico che dottrinale.
 È stato il boicottaggio totale della volontà del Papa, volontà che poi era un semplice atto di giustizia: non si può abolire la Messa che la Chiesa ha celebrato per quindici secoli e che ha fatto i Santi.

 Nemmeno la terribile mancanza di preti, cui assisteremo in questi anni, nemmeno questa potrà liberare la tradizione dal suo confino. Piuttosto staranno senza preti, piuttosto chiuderanno le chiese, ma non permetteranno a un sacerdote tradizionale di celebrare la messa di sempre.
 Quanti preti erano pronti a passare alla Tradizione, quanti erano seriamente interessati a riappropriarsi di ciò che è il più profondo patrimonio della Chiesa, quanti chiesero di imparare la Messa antica. Poi, come mannaia implacabile, la scure scese su coloro che con gioiosa semplicità iniziarono a celebrarla: processi canonici, rimozione dalle parrocchie, sottili accuse di scisma!... ecc... la storia la conoscete. Così il gelo cadde sui sacerdoti, molti dei quali giovani, che sognavano già di poter dire salendo all'altare “Introibo ad altare Dei...”. E che dire dei chierici? "Se ami la Tradizione sei pericoloso e non puoi essere ordinato per questa Chiesa”, questo è il refrain dei superiori dei seminari obbedienti ai loro vescovi.

 Un gelo tremendo è così calato su una primavera possibile per le anime, dei sacerdoti prima e dei fedeli poi. Il Papa aveva sperato in un cambio di clima nella Chiesa, ma la vecchia guardia, fatta di ex- sessantottini oggi nelle curie diocesane, non ha permesso alcunché.

 I preti amanti della Tradizione si sono rinchiusi in un mutismo prudenziale, i seminaristi in una “apnea” di coscienza per poter giungere alla sospirata ordinazione, illusoriamente convinti che le cose cambieranno quando saranno preti.

 Ma è normale tutto questo? No di certo, non è normale nella Chiesa!

 Tutti questi signori che osteggiano la Tradizione e la impediscono con strani bizantinismi, sono ancora preoccupati per la salvezza delle anime? Vogliono ancora fare il Cristianesimo? O aspirano a qualcosa di diverso? E se è così perché occupano la Chiesa di Dio?

 Hanno promosso una nuova religione con dei timidi riferimenti al Cristianesimo di un tempo. Hanno lavorato, spendendo notevoli soldi!, per una trasformazione del Cattolicesimo in una religione presentabile nei salotti della cultura; si perdono dietro un dipinto da restaurare o dietro un testo da commentare, ma sono assenti sul campo... non vanno in confessionale e non salgono tutti i giorni all'altare, perché impegnati in qualche progetto culturale.

 Sono ancora preoccupati che le anime si accostino ai sacramenti? Reputano ancora i sacramenti necessari alla salvezza, o sono solo preoccupati di fare “comunità”, sostituendo la struttura all'essenziale, cioè a Dio?

 Ci auguriamo di tutto cuore che il nuovo anno porti due cose:

1. Un sussulto di coraggio in tutti quei preti e seminaristi che stanno soffrendo per una chiesa sempre più nemica del suo passato. Vorremmo dire loro “Cosa aspettate a ribellarvi? Sì, a ribellarvi per obbedire a Dio! Considerate l'esito di questa Chiesa malamente ammodernata, considerate la grande tristezza che ha prodotto e obbedite gioiosamente a Dio. Solo così servirete  con amore la Chiesa, perché la Chiesa è Tradizione.

2. Un ravvedimento in coloro che hanno così osteggiato la Messa tradizionale e l'hanno confinata. Sappiamo che non tutti sono in cattiva coscienza. A loro vorremmo dire “lasciateci fare l'esperienza della Tradizione”, dateci le Chiese, permetteteci la cura delle anime e poi venite con tutta semplicità a considerare i frutti. Avete dato le chiese anche agli ortodossi scismatici, pubblicate anche gli orari di culto degli eretici protestanti, quando farete uscire dal limbo la Messa di sempre? Cosa direbbero i vostri vecchi parroci, i vostri nonni e i santi di duemila anni di cristianesimo?

 Perdonateci se vi abbiamo parlato in tutta schiettezza, non vogliamo offendere nessuno ma suscitare un sussulto di coscienza: nelle situazioni drammatiche non c'è tempo per i convenevoli.

 Che l'anno 2014 possa smuovere, per grazia di Dio e per la preghiera di molti, dal torpore tante anime sincere.

sabato 28 dicembre 2013

HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO

Il video della Terza Santa Messa 
di Natale in rito tradizionale a Vocogno 
e il file MP3 dell'Omelia 
di don Alberto Secci.






Video Santa Messa


Omelia MP3



VOCOGNO
Martedì 31 Dicembre 2013


ore 17.00
SANTA MESSA cantata
e Solenne TE DEUM di ringraziamento

venerdì 27 dicembre 2013

SANTO NATALE 2013: I VIDEO

Dopo aver pubblicato il video dell'Omelia di don Alberto Secci della Notte di Natale, è la volta dei video della Santa Messa e delle foto.


Video Santa Messa dela Notte [Prima Parte]

Video Santa Messa della Notte [Seconda Parte]

Le Foto [Vocogno e Cappella Ospedale Domodossola]


giovedì 26 dicembre 2013

DAL NATALE, TUTTO.

Della Santa Notte di Natale a Vocogno pubblichiamo il video dell'omelia di don Alberto Secci durante la Santa Messa in rito tradizionale.


Video Omelia

Omelia MP3



A breve il video della Santa Messa e le altre foto

mercoledì 18 dicembre 2013

SANTO NATALE 2013 - GLI ORARI DELLE FUNZIONI

Pubblichiamo,
nell'intento di fare cosa gradita
ai fedeli legati alla 
Messa Tradizionale,
gli orari delle funzioni
del Santo Natale 2013.



domenica 15 dicembre 2013

GRIDI AL SIGNORE MA SEI CONTENTO - DOMENICA GAUDETE

Pubblichiamo l'omelia (audio)
di don Alberto Secci 
nella Terza Domenica di Avvento, 
Domenica "Gaudete".
Vocogno, Domenica 15 Dicembre 2013

sabato 14 dicembre 2013

VIDEO NOVENA DI NATALE


RINNOVANDO A TUTTI I FEDELI
L'INVITO PER 
LA SANTA NOVENA DEL NATALE 2013
pubblichiamo 
il video della Novena del 2012

a VOCOGNO
da Lunedì 16 Dicembre 2013

ore 20.30
NOVENA DEL SANTO NATALE
E BENEDIZIONE EUCARISTICA

giovedì 12 dicembre 2013

REGEM VENTURUM DOMINUM - NOVENA DEL SANTO NATALE SECONDO TRADIZIONE A VOCOGNO


a VOCOGNO
da Lunedì 16 Dicembre

ore 20.30
NOVENA DEL SANTO NATALE
E BENEDIZIONE EUCARISTICA

Altare Maggiore di Vocogno Natale 2012, part.

lunedì 9 dicembre 2013

VESPRI DELL'IMMACOLATA

Completiamo la pubblicazione dei video della Solennità dell'Immacolata Concezione della B. V. Maria con i Vespri cantati.

Video Omelia e Santa Messa cantata [clicca qui]





Video Vespri cantati

domenica 8 dicembre 2013

L'IMMACOLATA CI DICE TUTTA LA VITA CRISTIANA

Pubblichiamo il video dell'omelia di don Alberto Secci e quello della Santa Messa cantata in rito tradizionale nella Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.


Video Omelia


Omelia MP3



Video Santa Messa cantata
 

A breve il video dei Vespri cantati

martedì 3 dicembre 2013

TOTA PULCHRA ES MARIA - SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA A VOCOGNO

Domenica 8 Dicembre 2013
VOCOGNO


IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA B. V. MARIA

ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 15.30
Vespri cantati 
e Benedizione Eucaristica

ore 17.00
Santa Messa letta


Cappella dell'Ospedale di Domodossola
ore 10.30
Santa Messa cantata


sabato 30 novembre 2013

IL NATALE E LA CROCE

Il numero di Dicembre di "Radicati nella fede" [*]
Anno VI n° 12- 2013




Il Natale e la Croce
Editoriale del mese di Dicembre 2013
 
  Un tempo nella Chiesa non si dimenticava mai la Croce, nemmeno a Natale.

  È noto a tutti il testo di uno dei canti natalizi più popolari d'Italia e più caro agli italiani: “Tu scendi dalle stelle”. È noto a tutti, così noto che rischiamo di non riflettere più sulle parole che cantiamo e su quanti riferimenti alla sofferenza di Dio e alla Croce in esso siano contenuti.

  Qualcuno dirà già: ma questi parlano di sofferenza anche a Natale e non parlano mai della dolcezza di Dio!

  Ma la dolcezza di Dio erompe dalla Croce come da una sorgente e la Croce è già contenuta nel presepio.

  Sappiamo che l'autore di “Tu scendi dalle stelle” è niente di meno che Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Il grande santo napoletano del '700, grande teologo e patrono dei teologi morali. Il santo che più di tutti ha combattuto il Rigorismo morale di stampo giansenistico; il santo che ha insistito tanto nel ricordare a tutti la misericordia di Dio e nel raccomandare la fiducia nel perdono di Dio. Il santo della dolcezza e della tenerezza di Dio. Ebbene, il santo della Misericordia del Signore non dimenticava mai la Croce, nemmeno a Natale, perché era cattolico!

  Ma rileggiamo attentamente il testo del canto...

Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar;
o Dio beato!
Ah, quanto ti costò l'avermi amato!

A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto,
quanto questa povertà
più m'innamora,
giacché ti fece amor povero ancora.

Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per giunger a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio core,
dove amore ti trasportò?
O Gesù mio, per ché tanto patir?
per amor mio!

Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
mio Gesù, t'intendo sì!
Ah, mio Signore!
Tu piangi non per duol, ma per amore.

Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto - del mio petto,
Se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch'io t'amo e t'amo.

Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l'ore
Deh, mio bello e puro Agnello
a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso.

Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss'io?
O Maria, speranza mia,
se poc'amo il tuo Gesù, non ti sdegnare
amalo tu per me, s'io non so amare!

  Vedete quanti riferimenti alla Croce? Ne è intessuto tutto il testo: freddo e gelo... tremar... povertà... penar... perché tanto patir... piangi... poco amato... un dì morir per te...

  Tutto questo dovrebbe farci riflettere: non si può parlare del Natale senza la Croce. Nostro Signore Gesù Cristo è venuto nel mondo, Dio si è fatto uomo, per poter poi salire al Calvario e dare la sua vita per noi, per la nostra salvezza.

  Che tenerezza avrebbe il Natale se non ricordasse questo? Quale dolcezza avrebbe per le nostre anime se non portasse dentro il ricordo che l'amore di Dio per ciascuno di noi è diventato totale dono di sé sulla Croce? “Dilexit me”... “Mi ha amato e ha dato se stesso per me”. L'amore, la tenerezza di Dio per me, povero peccatore, ha un volto, il Santo Volto di Cristo Crocifisso. E quando guardo il Santo Bambino del presepio, lo riconosco già l'uomo della Passione, l'uomo del Calvario.

  Ma oggi nella Chiesa si dimentica troppo spesso la Croce, e si pensa di parlare della tenerezza di Dio quasi fosse un sentimento.

  La tenerezza di Dio per me è un'azione, è un'opera: l'opera della mia salvezza operata da Cristo al Calvario. E il suo sacrificio redentore inizia, è già presente nella grotta di Betlemme.

 “Deh, mio bello e puro Agnello a che pensi? dimmi tu. O amore immenso, un dì morir per te, rispondi, io penso”, ci fa cantare Sant'Alfonso.

  Tutti i mistici, tutti i santi, tutte le anime cristiane hanno sempre vissuto così il Natale.

  Un grande sacerdote rosminiano, vero mistico, don Clemente Rebora, così scriveva sul Natale:

Oh Comunion vera e sol beata,
se con te, Cristo, son crocifisso
quando nell'Ostia Santa m'inabisso!
Intollerabil vivere del mondo
a bene stare senza l'Ognibene!
Penitenza scansar, che penitenza!
Se ancor quaggiù mi vuoi, un giorno e un giorno,
con la tua Passion che vince il male,
Gesù Signore, dammi il tuo Natale
di fuoco interno nell'umano gelo,
tutta una pena in celestiale pace
che salva la gente e innamorata
del Cielo se nel cuore pur le parla.
O Croce o Croce o Croce tutta intera
nel tuo abbraccio a trionfar di Circe,
sola sei buona e bella, e come vera!
Abbraccio della Madre, ove già vince
nel suo Figlio lo strazio che l'avvince.

  Ed ecco ancora il Natale e la Croce.

  Oggi nella Chiesa non si nega la Croce, questo no, ma la si dimentica. La si considera un punto, un momento, mentre è tutto! È tutto! “Stat Crux dum volvitur orbis”, la Croce resta ferma mentre il mondo vi gira attorno, è il motto di San Bruno e dei Certosini da lui fondati, ma è in verità il motto del Cristiano.

  Dimenticare la centralità della Croce è grave, anzi gravissimo.

  Quanti natali senza Croce, in una Chiesa senza Croce, con una Messa Nuova senza Croce, in un cristianesimo senza Croce: ma questa è una nuova religione.

  Guardando i nostri presepi, nelle nostre case e nelle nostre chiese, raccogliamoci in silenzio e pensiamo alla Croce. Che il Bambino Gesù doni a noi quella pace che nasce di fronte alla grotta, ai piedi del Calvario. Quella pace di chi si sente immensamente amato da Dio, che nasce nel tempo e muore per lui. La doni a noi e a tutta la sua Chiesa. Buon Natale.


 [*] ATTENZIONE
L'incontro di "Dottrina Cattolica" 
programmato per venerdì 6 Dicembre 
(come pubblicato sul Bollettino)
NON CI SARA'.
Rimane confermato quello di Venerdì 13.

"VENI SPONSA CHRISTI": I VIDEO DEI VESPRI E DELLA SANTA MESSA NELLA FESTA DI SANTA CATERINA V. M. - VOCOGNO

FESTA DI SANTA CATERINA V. M.
Il video dei Vespri cantati 
e quello della Santa Messa in rito tradizionale
Vocogno, 24 Novembre 2013


Video Vespri cantati

Video Santa Messa

lunedì 25 novembre 2013

I NOSTRI FRATELLI MAGGIORI SONO I MARTIRI E NON ALTRI

 Pubblichiamo il video dell'omelia di don Alberto Secci nella festa di S. Caterina d'Alessandria Vergine e Martire.
Vocogno, Domenica 24 Novembre 2013.


Video Omelia


A breve la pubblicazione del video della Santa Messa e dei Vespri cantati

sabato 16 novembre 2013

"VENI SPONSA CHRISTI": FESTA DI SANTA CATERINA v.m. A VOCOGNO

VOCOGNO
Domenica 24 novembre 2013

FESTA DI SANTA CATERINA v.m.

Santa Caterina v.m.

ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 15.30
Vespri cantati e Benedizione Eucaristica

ore 17.00
Santa Messa letta

domenica 3 novembre 2013

LIBERA ME DE MORTE ÆTERNA - S. MESSA DA REQUIEM

Pubblichiamo il video 
della Santa Messa da Requiem 
con il canto delle Esequie

Vocogno, 2 Novembre 2013
Commemorazione di tutti i fedeli defunti






mercoledì 30 ottobre 2013

RIVOLUZIONE E TRADIZIONE

Il numero di Novembre 2013 di "Radicati nella fede"





Rivoluzione e Tradizione
Editoriale del mese di Novembre 2013

 Cosa fare quando tutto sembra immerso in una confusione tremenda? Cosa fare quando non sembra sussistere nulla di certo?

 L'uomo è fatto per vivere di fronte a Dio, e in Dio trovare la propria consistenza e pace. Un tempo la Chiesa Cattolica comunicava questa pace. Era il mondo, quello lontano da Dio, ad essere in continua agitazione, ma la Chiesa no. La Chiesa era la stabilità.
 Era il mondo senza Dio ad essere immerso in una continua Rivoluzione e questa Rivoluzione continua era amata dalle anime instabili e disperate che, scontente della vita, cercavano affannosamente un’impossibile novità che appagasse il loro vuoto interiore.

 La Chiesa no; sempre uguale a se stessa, composta e pacifica nella stabilità di Dio, avanzava nel mare della storia ed era il vascello sicuro per le anime che non amavano la Rivoluzione riconoscendola falsa e ingannevole.

 Era il mondo moderno che, non volendo dipendere più da Dio e da nessuna autorità, criticava la Chiesa accusandola di non cambiare mai! Non credendo in Dio, il mondo moderno non capiva la stabilità della Chiesa, perché in fondo non capiva la stabilità di Dio.

 Così, in mezzo a tutte le terribili rivoluzioni, la Chiesa con i suoi santi, con la grazia soprannaturale dei suoi sacramenti, con la verità immutabile rivelata da Dio e trasmessa dalla Tradizione e dalla Scrittura, camminava nel mondo, strappando tutte le anime che poteva alla Rivoluzione che uccide, per portarle nel suo seno, nella stabilità della grazia che edifica.

 Tanti venivano colpiti dalla meravigliosa pace che emanava dalla Chiesa Cattolica, pace che convinceva e convertiva, pace che è tra i più grandi segni di Dio.

 Quante conversioni anche nel mondo protestante verso la Chiesa Cattolica: i protestanti si erano adattati alla modernità sempre più atea e indifferente, ma questa modernità non dava pace e molti così tornavano alla Chiesa Cattolica. Descrive molto bene questa situazione Carlo Lovera di Castiglione nel suo famoso testo su ”Il movimento di Oxford”. Parlando della crisi dottrinale scoppiata dentro la chiesa anglicana a metà dell'800 così dice: “...dei fedeli, gli uni non sapevano più che pensarne, altri parteggiavano per i novatori, molti guardavano oltre i confini della Chiesa Stabilita, verso i Cattolici Romani, per i quali la serenità della fede e dell'immutabile dottrina, si rifletteva nel possesso della verità pieno di sicurezza e di pace.” (Carlo Lovera di Castiglione, Il movimento di Oxford, Morcelliana 1935, pag. 220).

 La serenità della fede e dell'immutabile dottrina, si rifletteva nel possesso della verità pieno di sicurezza e di pace”: come è dolce questo parlare. E' la dolcezza stessa di Dio che dona nella Chiesa quella serenità che ogni cuore cerca.

 Ma ora tutto è cambiato... sono giunti giorni terribili che la retorica buonista dei cristiani ammodernati non può nascondere: la Rivoluzione dal mondo ateo è entrata nella Chiesa e sta consumando tutto. Non c'è più stabilità, la Chiesa sembra entrata in una perenne Rivoluzione che tutto cambia continuamente: confusione nei riti, confusione nella dottrina, confusione nella morale, confusione nella disciplina. Non sai se la verità di oggi durerà domani. Tanti, preti e fedeli, corrono affannosamente per non restare indietro, per adattarsi come possono a questa estenuante confusione.

 Chi cerca veramente Dio, in questa Chiesa rivoluzionaria, resta terribilmente solo.

 Che fare in questo clima asfissiante? e che cosa non fare?

 Innanzitutto occorre non farsi prendere dall'agitazione, occorre non reagire da rivoluzionari: sarebbe come curare il male, che è appunto la Rivoluzione, con la stessa malattia. Lo spirito rivoluzionario, anche quando pretende di salvare il bene, non sarà mai la soluzione.

 Bisogna invece stare veramente fuori dalla Rivoluzione, vivendo integralmente il cattolicesimo in quella stabilità che era sua, prima che la Rivoluzione invadesse tutto.
 Nella confusione nera, nelle tenebre, urge decidere di fronte a Dio di vivere da cattolici, stabilmente. Per questo bisogna riconoscere un luogo che ti comunichi la pace della fede nel possesso della verità rivelata. Un luogo dove è celebrata la Messa tradizionale: eleggerlo come riferimento per la propria vita, lasciandosi educare da questo luogo. Non vivere da agitati in una lotta perenne ma vivere da cattolici nella liturgia di sempre, nella dottrina di sempre, nella grazia di sempre secondo i sacramenti di sempre; e così operare tutto il bene che il Signore ci permette di compiere.

 Lo dice padre Calmel: “Ciò che sarà sempre possibile nella Chiesa, ciò che la Chiesa assicurerà sempre, nonostante i tentativi diabolici della nuova Chiesa post-vaticanesca, è questo: tendere alla santità realmente, potersi istruire, in un gruppo reale anche se molto piccolo, sulla dottrina immutabile e soprannaturale, sotto un'autorità reale e conservando la sicurezza che resteranno sempre dei veri sacerdoti e dei Vescovi fedeli, che non avranno dimissionato (forse anche senza accorgersene) nelle mani delle commissioni e della collegialità.” (R. T. Calmel, Breve apologia della Chiesa di sempre, Editrice Ichthys, pag. 51).

 Carissimi, se vivremo così, le tenebre terribili di oggi resteranno fuori dai nostri cuori.

 Preghiamo perché la Madonna ci ottenga questo rifugio, e noi cerchiamo di esserne sempre più degni.

martedì 29 ottobre 2013

CRISTO RE: ANCHE DON BOSCO LO VOLEVA - Omelia e video Santa Messa

Solennità di Cristo Re a Vocogno: 
pubblichiamo il video dell'omelia di don Alberto Secci
e quello della Santa Messa cantata in rito antico.


Video Omelia

Video Santa Messa
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